Sterminare i topi per salvare volatili: il progetto della Nuova Zelanda
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Direttore: Alessandro Plateroti

Sterminare i topi per salvare i volatili: il progetto della Nuova Zelanda

Due ratti dentro tubo in giardino

E’ fissato per il 2050 l’obiettivo dell’eliminazione completa dei ratti ‘parassiti’ in Nuova Zelanda. A rischio troppe specie di uccelli. Ma c’è chi solleva problemi.

Che i parassiti siano estremamente fastidiosi, se non addirittura pericolosi, e che li si voglia eliminare in fretta è un dato di fatto: qui però non parliamo di come liberarsi in modi fai-da-te di piccoli insetti infestanti, bensì parliamo di un’intera nazione, la Nuova Zelanda, che ha mobilitato tutta la popolazione nella sua crociata contro le specie di roditori che considera dannose per la sopravvivenza dei volatili autoctoni.

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La lotta della Nuova Zelanda ai roditori ‘parassiti’

Due ratti dentro tubo in giardino

Il progetto della nazione del Pacifico, raccontato dalla BBC, prevede di sgomberare completamente il territorio da diversi roditori, che da anni minacciano i fragili e sempre più rari volatili, come i kiwi (simbolo della nazione) e tui, entro il 2050.

I neozelandesi portano avanti questa battaglia da decenni, con le prime piccole isole al largo liberate già negli anni 60 e con veri e propri movimenti sociali sorti a partire dal 2010, soprattutto grazie a video degli animali in questione ripresi da telecamere ad infrarossi e messi in giro sul web.

Nel 2016 però una vera e propria legge ha individuato con precisione i predatori target dello sterminio: si tratta di tre tipologie di ratti, ossia il ratto del Pacifico, il ratto delle navi e il ratto norvegese, oltre che ermellini, donnole, furetti e opossum, tutti animali introdotti solo a partire dal XIII secolo dalle varie colonizzazioni, le quali hanno ridotto di circa un terzo la varietà di fauna del territorio insulare.

I progetti nel concreto

Per realizzare nella pratica un tale piano, la Nuova Zelanda ha fondato un ente pubblico, il Predator Free 2050 Ltd, che raccoglie fondi pubblici e privati da destinare a progetti locali di eradicazione delle specie sopra indicate.

Una delle iniziative ideate è la creazione di “santuari” cittadini per gli uccelli, cioè di aree recintate e derattizzate, dove l’avifauna possa vivere liberamente ed indisturbata. I risultati si stanno già vedendo, con diverse specie di volatili uscite dal rischio di estinzione.

Tutta un’altra serie di attività è concentrata più direttamente sull’eliminazione dei roditori: di tutte queste, la più temeraria è la Predator Free Wellington, la quale prevede di uccidere i topi urbani in tutta la città di Wellington, che è la Capitale della Nuova Zelanda e conta 200.000 abitanti.

Coordinati da una squadra di 36 persone, diversi “cacciatori” di roditori sorvegliano abitualmente le zone della città, armati di esche, di veleno anticoagulante e di un app GPS che mostra loro lo stato di tutte le trappole sparse nel territorio in tempo reale. Se qualche topo viene preso, viene spedito in laboratorio per un’autopsia che faccia capire se le sostanze usate sono efficaci.

Se può sorgere qualche dubbio sull’effettiva moralità di tale progetto governativo, “I neozelandesi – afferma alla BBC James Russell, biologo dell’Università di Auckland e sostenitore del Predator Free 2050 – hanno deciso collettivamente che sacrificare alcune specie per salvare altre è la cosa giusta da fare”.

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ultimo aggiornamento: 5 Agosto 2023 12:16

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